Camminavo da ore ormai.
Il sole diventò una striscia di silenzio arancione, fu allora che mi
accorsi di essere arrivata all'ingresso di quel piccolo bosco nel
quale non avevo mai avuto il coraggio di addentrarmi. Non so perché,
ma pensavo che oltrepassando la soglia di quel fitto groviglio di
foglie mi sarei persa, per non tornare mai più. Forse perché un
pomeriggio, davanti al camino, mio nonno, con quegli occhi azzurri e
il sorriso di carta crespa mi raccontò la storia di un fantasma che
abitava fra quelle fronde e che si divertiva a chiamare i visitatori
di quel posto incantato, senza mai mostrarsi. D'altronde, era un fantasma. Avevo
continuato a mangiare pistacchi, riflettendo su quella buffa storia.
Poi non ci pensai più.
Camminavo da ore, e avevo
voglia di continuare a farlo. Superai la prima fila di alberi. Il
silenzio era immenso. Credo fosse la prima volta che mi capitava di
sentirlo per davvero. Ma eterno, in sottofondo, il brusio dei miei
pensieri mormorava incessante. Cercai di spegnerlo, mentre
accarezzavo la corteccia ricoperta di muschio. Volevo stare con
quella parte di me stessa che il più delle volte restava nascosta, sotto tutto il resto. Quella parte che nessuno conosce.
Camminavo da ore. In
mezzo al verde scuro e alle lame di luce che sempre più invisibili mi sfioravano. Appoggiai
la schiena a un tronco umido, mi sembrò di cadere addormentata. Poi
la sentii, una voce sottile, che mi chiamava. Pronunciava le erre
così lentamente. Sapeva il mio nome, lo sapeva da sempre, forse.
Provai a darle un volto. Non ci riuscii. Immaginai due occhi azzurri
però, chiarissimi, che leggeri mi sorridevano.
ok, mi hai convinto. taccio e leggo.
RispondiEliminabello !
RispondiEliminaGrazie :)
EliminaMolto intenso!
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