lunedì 2 luglio 2012

Impressioni vaghe senza rilettura


Repliche di una partita che non vorremmo rivedere, cronache in castigliano stretto e neanche troppo fine, mani screpolate dal sapone a buon mercato, voci stridule di ragazze dalla cellulite che parla, americano ovviamente, una lingua composta per il novantotto percento da risate sguaiate. Festeggiare per ciò che non si dovrebbe né si vorrebbe e ridere sotto i getti d'acqua di una fontana invasa da tifosi invasati, fiori fucsia nella piazza dove meno ci si aspettava di trovare la movida (quella che noi l'avremmo fatta dieci volte meglio), cognomi inventati, o meglio, tradotti alla lettera per cambiare temporaneamente identità. Croissant ripieni di prosciutto che è meglio del prosciutto, e di formaggio così così, e quel sapore burroso che non ti aspettavi di ritrovare qui, salutandolo in modo quasi nostalgico leccandosi le dita per strada, dopo. Conoscenze lampo, c'è chi arriva e ti parla in inglese con un accento anche troppo conosciuto, che lo sgami subito, c'è chi dorme in una camerata mista senza vestiti addosso, c'è chi ti sorride mentre attacca un poster sotto il sole delle due del pomeriggio e ti dice che sì, c'è un festival, e sì, inizia proprio stasera. Fare un check-out è molto più facile del previsto, e anche rivedere le proprie priorità, oppure realizzare quanto sia bello ciò che a priori avremmo escluso. Ci sono mercati grandi interi quartieri, ci sono torte al tonno buone come non mai e bicchieri di birra minuscoli. C'è un posto bellissimo in cui si possono fotografare tutti i colori insieme, tutti.

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