giovedì 7 giugno 2012

(S)radicamento.


Tornare. Il ritorno, i biglietti che hanno come destinazione un luogo in cui restare, quel senso di sicurezza di cui ci si riempie quando il suolo che si calpesterà una volta arrivati lo si conosce da sempre. Schiacciante senso di appartenenza, imprescindibile legame.
Dovrei cercarlo, imporlo alla mia anima insaziabile (instabile). Incatenarmi al suolo, all'origine, alla terra, quella terra che graffia le piante dei piedi, che si incolla alle tempie, così intensa, così piena. Così vuota, a volte.
Oggi voglio davvero riuscirci. Mi tolgo le scarpe già piene di sabbia, faccio pochi passi fino alla riva del mare gelido, l'aria umida di una primavera che ancora non c'è mi increspa i capelli, mi abbasso fino a sfiorare con la punta delle dita quei minuscoli granelli sommersi. È un luogo che gronda silenzio, questo, e ci resto per un tempo indefinito. Cerco di riempirmi di tutto quello che vedo, di saziarmi, i miei respiri sono ansiosi come quelli di chi si aggrappa alla vita, affondo le mani nella sabbia e stringo, stringo fino a graffiarmi. C'è una conchiglia bianca, minuscola, che mi ferisce il palmo, ma io continuo a stringere, perché è la mia casa, perché sono le mie radici, perché...
No. Non posso.
Deve essere per forza una, la casa?
Cerco, in mezzo al niente che mi circonda, una risposta. Ma poi penso alla mia valigia, piccola e ammaccata, che è stata ovunque. Penso alle partenze, ai biglietti di sola andata, i più belli. Sono quelli, per me, la casa. È quando appoggio un piede su un suolo completamente sconosciuto, che per un po' mi apparterrà, o che forse finirò per odiare. È quando entro in un bar e mangio cose mai viste per colazione, e mi sembra di averlo fatto sempre. Quando esco la mattina e parlo per tutto il giorno una lingua che non è quella con cui ho imparato a parlare, ma che è mia in un modo ancora più intenso. È casa, quando mi sveglio in una stanza nuova, con le pareti ancora spoglie. Quando cammino per la prima volta in una città, senza mappe, senza meta.
Io, un pezzo della mia casa, lo lascio in ogni luogo da cui parto. Il ritorno, poi, è un'altra storia.

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