Tornare. Il ritorno, i
biglietti che hanno come destinazione un luogo in cui restare, quel
senso di sicurezza di cui ci si riempie quando il suolo che si
calpesterà una volta arrivati lo si conosce da sempre. Schiacciante
senso di appartenenza, imprescindibile legame.
Dovrei cercarlo, imporlo
alla mia anima insaziabile (instabile). Incatenarmi al suolo,
all'origine, alla terra, quella terra che graffia le piante dei
piedi, che si incolla alle tempie, così intensa, così piena. Così
vuota, a volte.
Oggi voglio davvero
riuscirci. Mi tolgo le scarpe già piene di sabbia, faccio pochi
passi fino alla riva del mare gelido, l'aria umida di una primavera
che ancora non c'è mi increspa i capelli, mi abbasso fino a sfiorare
con la punta delle dita quei minuscoli granelli sommersi. È un luogo
che gronda silenzio, questo, e ci resto per un tempo indefinito.
Cerco di riempirmi di tutto quello che vedo, di saziarmi, i miei
respiri sono ansiosi come quelli di chi si aggrappa alla vita,
affondo le mani nella sabbia e stringo, stringo fino a graffiarmi.
C'è una conchiglia bianca, minuscola, che mi ferisce il palmo, ma io
continuo a stringere, perché è la mia casa, perché sono le mie
radici, perché...
No. Non posso.
Deve essere per forza
una, la casa?
Cerco, in mezzo al niente
che mi circonda, una risposta. Ma poi penso alla mia valigia, piccola
e ammaccata, che è stata ovunque. Penso alle partenze, ai biglietti
di sola andata, i più belli. Sono quelli, per me, la casa. È quando
appoggio un piede su un suolo completamente sconosciuto, che per un
po' mi apparterrà, o che forse finirò per odiare. È quando entro
in un bar e mangio cose mai viste per colazione, e mi sembra di
averlo fatto sempre. Quando esco la mattina e parlo per tutto il
giorno una lingua che non è quella con cui ho imparato a parlare, ma
che è mia in un modo ancora più intenso. È casa, quando mi sveglio
in una stanza nuova, con le pareti ancora spoglie. Quando cammino per
la prima volta in una città, senza mappe, senza meta.
Io, un pezzo della mia
casa, lo lascio in ogni luogo da cui parto. Il ritorno, poi, è
un'altra storia.
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